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Patologie dei rettili secondarie a cattiva gestione

Dopo pesci e anfibi, i rettili sono i pazienti esotici con la maggiore incidenza di patologie legate ad un management subottimale quando non francamente scorretto. Si tratta di animali con un elevato grado di dipendenza dai parametri ambientali e dalle particolari necessità alimentari.

I #rettili sono i pazienti esotici con la maggiore incidenza di patologie legate ad un management spesso scorretto. Sono animali con un elevato grado di dipendenza da parametri ambientali. #ECM #FAD Condividi il Tweet

Ne consegue che molte delle patologie che colpiscono questa categoria di animali abbiano una componente manageriale nella loro patogenesi.

Iperparatiroidismo secondario nutrizionale

Esempio-di-Rettili-affetti-da-iperparatiroidismo

La causa di questa patologia è la carenza alimentare di calcio e/o vitamina D3.

La carenza di Vitamina D3 può derivare da una mancata assunzione con la dieta o da una insufficiente esposizione alle radiazioni UVB.

Sono principalmente colpiti cheloni e sauri mentre la patologia risulta infrequente nei serpenti, che vengono alimentati con preda intera e quindi assumono il calcio contenuto nello scheletro delle prede.

Una carenza cronica di calcio provoca una aumentata secrezione di paratormone con conseguente riassorbimento a livello scheletrico e secondaria osteomalacia.

Il quadro clinico comprende sintomi aspecifici quali anoressia e abbattimento, e altri più specifici quali, presenza di fratture patologiche, deformità ossee e del carapace, demineralizzazioni diffuse.

Negli stadi avanzati sono presenti tremori muscolari, atassia ed incoordinazione e sintomi neurologici.

La diagnosi è normalmente raggiunta tramite anamnesi e visita clinica. La titolazione del calcio totale ematico risulta normalmente all’interno dei range di riferimento, e può essere diagnostica solo in caso di ipocalcemie acute.

#IperparatiroidismoSecondarioNutrizionale: la causa di questa patologia è la carenza alimentare di calcio e/o vitamina D3. #Rettili #ECM #FAD Condividi il Tweet

La terapia si basa sostanzialmente sulla somministrazione di calcio. La via parenterale è indicata solo nei casi in cui siano presenti tremori muscolari e/o altri indicatori di ipocalcemia acuta.

Se l’integrazione di vit. D3 è normalmente sconsigliata (rischio di ipervitaminosi con conseguenti calcificazioni metastatiche), molto importante è invece favorirne la sintesi endogena fornendo una adeguata esposizione alle radiazioni UVB, la cui fonte migliore è sicuramente l’esposizione solare diretta.

Lo strumento più efficace nella lotta a questa patologia è la prevenzione, e per questa non si può prescindere dal conoscere le necessità ambientali, alimentari e fisiologiche caratteristiche di ciascuna specie.

Ipovitaminosi A

Con vitamina A si intende un gruppo di composti liposolubili biologicamente attivi e necessari per numerose attività metaboliche.

La funzione più importante è legata alla regolazione e al mantenimento del normale tessuto epiteliale. La vit. A è disponibile solo in tessuti animali, mentre dagli alimenti vegetali è possibile ricavare precursori, chiamati carotenoidi, di cui il più importante è il β-carotene.

Il fegato è l’organo deputano all’accumulo della vit. A, e ne è di conseguenza la principale fonte alimentare per animali carnivori e onnivori.

#IpovitaminosiA: in #tartarughe e #camaleonti un segno tipico è rappresentato da #blefaredema e congiuntivite. #ECM #FAD #Rettili Condividi il Tweet

Questa patologia viene riscontrate frequentemente in tartarughe acquatiche e sauri insettivori come camaleonti e gechi, mentre risulta virtualmente impossibile in specie erbivore. I tessuti maggiormente coinvolti in corso di ipovitaminosi sono gli epiteli di mucose e dotti ghiandolari. La continua desquamazione comporta un accumulo di detrito cellulare con colonizzazione batterica.

La sintomatologia può essere aspecifica: anoressia, letargia, stentata crescita e infezioni ricorrenti delle prime vie respiratorie. In tartarughe e camaleonti un segno tipico è rappresentato da blefaredema e congiuntivite. In casi avanzati la metaplasia squamosa arriva a coinvolgere l’epitelio renale, ureterale e pancreatico, con insufficienze d’organo e morte dei soggetti.

La terapia consiste nella somministrazione di vit. A, i cui dosaggi sono però estrapolati da altre specie o sono di tipo aneddotico.

Per la prevenzione è indicato l’utilizzo di prede intere (topi e pesci, in modo da fornire anche il fegato), pellettato per tartarughe acquatiche di ottima qualità ed integrazione vitaminica per gli insetti da pasto.

Obesità

Condizione che interessa soprattutto sauri e serpenti. Le cause si riconoscono in un eccessivo intake calorico alimentare e nella mancanza di esercizio. La deposizione di grasso nei rettili può avvenire a livello intracelomatico, sottocutaneo o intraparenchimatoso.

In molte specie sono presenti diverse strutture specializzate nella deposizione di grasso, i corpi adiposi: questi si trovano a livello intra- o epicelomaticoin sauri e serpenti. Molti camaleonti possono accumulare parte del tessuto adiposo a livello di elmo, mentre in alcuni gechi della famiglia degli Eublepharidae (es. gechi leopardini) la deposizione avviene a livello della coda.

#ObesitàRettili: Molti #camaleonti possono accumulare parte del tessuto adiposo a livello di elmo, mentre in alcuni #gechi della famiglia degli Eublepharidae, la deposizione avviene a livello della coda. #ECM #FAD Condividi il Tweet

I segni clinici normalmente consistono in sovradistensione addominale e/o aumento del pannicolo adiposo sottocutaneo, spesso accompagnati da costipazione. La diagnosi è normalmente facilmente ottenibile attraverso l’anamnesi e l’esame clinico.

La terapia si basa sulla graduale riduzione dell’apporto calorico nella dieta aumentando contemporaneamente l’esercizio fisico degli animali.

Stomatite infettiva

Le stomatiti da cause infettive sono reperti frequenti in serpenti e sauri, e nella maggior parte dei casi sono secondarie a stati di immunosoppressione da errata gestione quali temperature troppo basse, umidità inadeguata e scarsa igiene ambientale.

La normale flora microbica dell’orofaringe degli squamati è composta per circa il 20% da Gram positivi e 80% circa da Gram negativi. Questi ultimi sono i protagonisti di sovracrescita in corso di abbassamento delle difese immunitarie e perdita della barriera mucosale. La mucosa dei rettili infatti non presenta lo strato esterno cheratinizzato tipico ad esempio dei mammiferi, il che la rende maggiormente suscettibile a traumi e colonizzazioni microbiche in corso di immunosoppressione.

La sintomatologia include sintomi aspecifici quali anoressia e letargia, accompagnati da diversi gradi infiammazione del cavo orale, con eritema, petecchie essudato mucoso o catarrale fino ad ascessi e necrosi.

Se non trattate, queste infezioni da localizzate e superficiali possono estendersi a organi e tessuti circostanti provocando infezioni respiratorie, osteomieliti e setticemia.

#StomatiteInfettiva: se non trattata, questa infezione, da localizzata e superficiale può estendersi a organi e tessuti circostanti provocando #InfezioniRespiratorie #Osteomieliti #Setticemia. #Rettili #ECM #FAD Condividi il Tweet

L’iter diagnostico in corso di stomatite infettiva prevede una accurata anamnesi ambientale e gestionale, esami ematobiochimici ed emocromocitometrici, raccolta di campioni (tamponi, biopsie) per esami colturali, citologici ed istologici.

La terapia prevede innanzitutto la correzione dei parametri gestionali. In assenza di quadri patologici gravi e di risentimento sistemico, può essere sufficiente impostare una terapia topica tramite disinfezione con chlorexidina o iodopovidone diluiti.

In caso di alterazioni del leucogramma e/o di lesioni gravi, è indicata una terapia antibiotica sistemica.

Ruolo del veterinario che si trova a dover gestire pazienti rettili

La medicina degli animali esotici, e quella dei rettili in particolare, richiede delle competenze specialistiche che non sempre fanno parte del bagaglio culturale di un veterinario che si occupi principalmente di piccoli e/o grossi animali.

È dovere del medico #Veterinario che visita un #rettile, avere delle conoscenze di base per quanto riguardi: la gestione in cattività, la medicina preventiva e le principali patologie di questi particolarissimi animali. #ECM #FAD Condividi il Tweet

Fermo restando che si tratti quindi di una branca molto particolare della pratica degli animali non convenzionali, il medico veterinario “comune” si trova comunque spesso a dover gestire dei pazienti rettili senza la possibilità di riferirli, perché in situazioni di pronto soccorso o perché non tutte le aree geografiche dispongono di specialisti sul territorio.

È quindi dovere del medico che accetti di assumersi la responsabilità della visita di un rettile avere quantomeno delle conoscenze di base per quanto riguardi la gestione in cattività, la medicina preventiva e le principali patologie di questi particolarissimi animali.


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Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Missione Veterinario 2019 del Dr. Edoardo Bardi: “Patologie dei rettili secondarie a cattiva gestione” (ANNO 2019)


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